In “Voe di contâus” Dino Persello trasmette un grande desiderio di “raccontare”, anche attraverso le colorite varianti orali della lingua friulana (che ne sono vera ricchezza e forza della stessa), ma nello stesso tempo fa trasparire una forte esigenza di “ascoltare” attraverso questa forma di “teatro minimo” (no palco, no sipario, no effetti scenici…, non se ne sente il bisogno), funzionale, raffinato e molto apprezzato. Un appuntamento curioso, peculiare, intimo, divertente...da non perdere!