Lelio, figlio di Pantalone, torna a Venezia da Napoli, città in cui è cresciuto, seguendo l'impulso a vivere una continua avventura, affidandosi al suo estro di bugiardo impenitente. Capita subito nel pieno di una serenata che Florindo, amante timido, rivolge segretamente a Rosaura, mentre insieme alla sorella Beatrice sta sul terrazzino di casa. Senza indugio Lelio, assistito dal servo Arlecchino, si fa avanti, attirando l'attenzione delle figlie del dottore e attribuendosi il merito dell'omaggio canoro. Da questo momento in poi inizia un rutilante gioco di spiritose invenzioni, come il fantasioso protagonista definisce le sue menzogne. Si inventa un'identità ammantata di ricchezze e nobiltà, si dichiara un cavaliere napoletano invaghito di Rosaura e si vanta di aver goduto i favori delle sorelle. Anche quando è smentito dai fatti, non si perde d'animo e cambia con sollecitudine identità e storia, riuscendo comunque convincente. Quando le esagerazioni raggiungono un livello insopportabile d'immoralità, è scacciato dal padre e da tutti gli altri, ma, alla fine, sul filo della convezione teatrale si ricompongono le coppie di innamorati.